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Proponiamo soltanto psicoterapie scientificamente provate, raccomandate dalle linee guida internazionali, selezionando psicoterapeuti e psichiatri altamente formati.
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Il disturbo antisociale di personalità si manifesta come un pattern pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri, che inizia nell’infanzia o nella prima adolescenza e continua sino all’età adulta.
La prevalenza del disturbo antisociale nei campioni comunitari è circa il 3% nei maschi e l’1% nelle femmine (fonte DSM, 2014).
Gli individui con disturbo antisociale di personalità non riescono a conformarsi alle norme sociali per quanto riguarda il comportamento legale, per questo possono compiere ripetutamente atti passibili di arresto. Possono distruggere cose altrui, esser molesti con gli altri, rubare, etc. Questo comportamento è anche legato al fatto che chi soffre di questo disturbo non tiene in alcuna considerazione i sentimenti o i diritti degli altri. Gli individui con questo disturbo sono spesso disonesti e manipolativi per profitto o piacere personale. Tendenzialmente impulsivi, non provano rimorso per le proprie azioni, mostrandosi indifferenti o minimizzando le loro condotte. Il paziente con disturbo antisociale è spesso aggressivo anche fisicamente (può per esempio esercitare violenza fisica sui figli o sul coniuge), oltre a mostrare una noncuranza sconsiderata della sicurezza propria o degli altri. I rapporti interpersonali risultano essere transitori, superficiali e intrisi di antagonismo. Le emozioni che maggiormente sperimentano sono la rabbia, il disprezzo, l’umiliazione, la noia, l’invidia. L’atteggiamento di fondo è di indifferenza e distacco, per cui questi soggetti non si curano di ciò che avviene o di ciò che gli altri pensano di loro. Il comportamento sessuale di queste persone è generalmente irresponsabile e utilitaristico; nel corso della vita possono avere numerosi partner sessuali e non avere mai relazioni monogame.
Chi soffre di disturbo antisociale di personalità, inoltre, crede di essere speciale e, dunque, di meritare favoritismi e facili gratificazioni. Può mostrare un’eccessiva sicurezza in sé (ad esempio, può pensare che un lavoro ordinario non sia degno di lui) e un fascino disinvolto e superficiale. La sua fiducia in se stesso, tuttavia, non è fondata su una valutazione positiva di sé, ma sulla diffidenza verso gli altri e il mondo, considerati potenzialmente danneggianti, umilianti e frustranti.
Da alcuni studi sull’adozione emerge che sia fattori genetici sia fattori ambientali contribuiscono all’insorgenza del disturbo antisociale di personalità. Le acquisizioni scientifiche nell’ambito della teoria della mente ci permettono di affermare che chi è affetto da questo disturbo comprende gli stati mentali (pensieri, emozioni e sensazioni fisiche) propri e altrui, ma ha difficoltà ad assumere la prospettiva degli altri (difficoltà di decentramento) e, dunque, a sintonizzarsi emotivamente con loro. Potrebbe esistere una predisposizione biologica a tale deficit e/o questo potrebbe essere appreso da figure di accudimento che presentano tale deficit. La probabilità di sviluppare il disturbo antisociale di personalità nella vita adulta aumenta se l’ambiente educativo nell’infanzia è incoerente, trascurante e abusante.
Chi soffre di disturbo antisociale di personalità di norma non richiede cure psichiatriche in quanto non ha consapevolezza del disagio e della malattia. Generalmente, dunque, queste persone accedono ai trattamenti psichiatrici a seguito di problemi con la legge: l’adesione a progetti terapeutici o riabilitativi, infatti, permette di migliorare la loro posizione legale. Attualmente, dunque, per il disturbo antisociale di personalità la terapia più efficace è il ricovero in strutture specializzate per la cura di questo disturbo, che consistono essenzialmente in centri all’interno degli istituti penitenziari e in particolari comunità. La Terapia Cognitivo Comportamentale si basa sul presupposto che il cambiamento degli stati emotivi e dei comportamenti possa avvenire attraverso la ristrutturazione delle distorsioni cognitive specifiche dell’individuo con disturbo antisociale di personalità. Alcuni degli errori di ragionamento più frequenti nei soggetti che soffrono di tale disturbo sono, ad esempio, le giustificazioni “Volere qualcosa o voler evitare qualcosa giustifica le mie azioni”; l’infallibilità personale “Faccio sempre la scelta giusta”; i sentimenti fanno i fatti “So che ho ragione perché mi sento apposto rispetto a quello che ho fatto”; l’impotenza degli altri “I punti di vista degli altri sono irrilevanti per le mie decisioni”. Nelle fasi avanzate del trattamento gli sforzi sono diretti a individuare quelle situazioni di vita che tendono a scatenare nel paziente un comportamento antisociale ed errori di ragionamento e promuovere lo sviluppo di strategie di fronteggiamento funzionali.
Il Gruppo Studi Cognitivi è leader in Italia nel campo della psicoterapia. Il gruppo è specializzato primariamente nell’alta formazione, nella ricerca, nella divulgazione scientifica e nell’erogazione di servizi clinici nel campo della salute mentale.