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Disturbo paranoide di personalità

Chi soffre di disturbo paranoide di personalità è fortemente sospettoso e diffidente verso gli altri, vissuti come ostili, malevoli e umilianti. 

Disturbo paranoide di personalità - Caratteristiche e trattamento

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Che cos’è il disturbo paranoide di personalità 

Il soggetto affetto da disturbo paranoide di personalità è caratterizzato da una forte sospettosità e diffidenza nei confronti degli altri, che persiste anche in assenza di reali minacce. L’individuo che presenta una personalità paranoide tende a interpretare gli eventi in modo prettamente malevolo, ostile e umiliante.
Il disturbo paranoide di personalità colpisce tra il 2,3 e il 4,4% della popolazione generale, è più tipico nel sesso maschile e in media si manifesta nella fascia tra i 40 e i 50 anni d’età, anche se può comunque presentarsi fin dalla prima adolescenza (fonte DSM-5, 2014).

Come si manifesta il disturbo paranoide di personalità

La persona con disturbo paranoide di personalità teme di essere ingannata, sfruttata o di subire un imminente danno da parte delle persone con le quali è in contatto. La trasparenza e l’affidabilità degli altri viene messa in discussione e ciò crea frequenti liti e incomprensioni.  L’individuo, per evitare la possibilità di essere attaccato, spesso si chiude in se stesso evitando di confidarsi con gli altri oppure si presenta molto vigile e pronto a contrattaccare con rabbia e convinzione, suscitando a volte una risposta aggressiva di difesa anche nelle persone che lo circondano.  Può presentarsi tendenzialmente molto polemico e aggressivo o può lamentarsi costantemente, senza però manifestare episodi rabbiosi espliciti. Può inoltre provare la sensazione dolorosa di sentirsi escluso, in quanto non voluto, e quindi emarginato e conseguentemente può provare ansia e tristezza. Il soggetto con disturbo paranoide di personalità tende a mascherare le emozioni con un atteggiamento di rigida razionalità e testardaggine anche se l’ostilità di fondo crea inevitabilmente delle risposte aggressive. L’incapacità di accettare le critiche e di collaborare con gli altri possono mettere a dura prova la permanenza in un posto di lavoro. Chi soffre di disturbo paranoide di personalità risulta piuttosto geloso, dubitando fortemente della fedeltà del partner. Le difficoltà nel relazionarsi con gli altri sono legate anche all’incapacità di porsi nella prospettiva dell’altro e alla difficoltà a differenziare la realtà obiettiva dalle proprie percezioni e sensazioni.
In presenza di tale disturbo possono verificarsi anche brevi episodi psicotici (allucinazioni, deliri di persecuzione, difficoltà comunicative) in risposta a eventi stressanti, ma solo per pochi minuti o qualche ora.

Possibile cause del disturbo paranoide di personalità

Attualmente non si conoscono con certezza le cause del disturbo paranoide di personalità.  Sarebbero coinvolti diversi fattori di rischio: temperamentali, sociali, ambientali. È stata riscontrata una maggiore probabilità di insorgenza del disturbo paranoide se i familiari hanno sperimentato disturbi schizofrenici e deliranti (delirio di persecuzione). L’ esordio avviene in adolescenza o prima età adulta.

Il trattamento psicoterapeutico

Raramente il paziente con disturbo paranoide di personalità cerca un aiuto psicoterapico: sono i familiari che tendono a richiedere tale aiuto evidenziando stati depressivi o atteggiamenti aggressivi nel soggetto.
La terapia cognitivo-comportamentale individuale rappresenta un intervento utile per chi presenta questo disturbo, ma il terapeuta deve affrontare la diffidenza iniziale del paziente. L’intervento mira innanzitutto ad abbassare lo stato di vigilanza tipico della personlità paranoide, facendogli riconoscere gli schemi di pensiero adottati, le emozioni collegate e le sue strategie di risoluzione dei problemi. Successivamente si analizzerà l’incapacità del soggetto di mettersi nella prospettiva altrui.

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Gruppo Studi Cognitivi

Il Gruppo Studi Cognitivi è leader in Italia nel campo della psicoterapia. Il gruppo è specializzato primariamente nell’alta formazione, nella ricerca, nella divulgazione scientifica e nell’erogazione di servizi clinici nel campo della salute mentale.