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Disturbo narcisistico di personalità

Il disturbo narcisistico di personalità è contraddistinto da un pattern pervasivo di grandiosità, necessità di ammirazione e mancanza di empatia.

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Che cos’è il disturbo narcisistico di personalità

Il disturbo narcisistico di personalità è contraddistinto da un pattern pervasivo di grandiosità, necessità di ammirazione e mancanza di empatia.

Le stime della prevalenza di tale disturbo variano dal 2% al 16% nella popolazione clinica e risultano meno dell’1% nella popolazione generale. Circa il 50-75% degli individui a cui è stato diagnosticato un disturbo narcisistico di personalità è di sesso maschile.

Sintomi del disturbo narcisistico di personalità

Gli individui con disturbo narcisistico di personalità hanno un senso grandioso di importanza e abitualmente sovrastimano le loro capacità ed esagerano i loro talenti apparendo presuntuosi e vanitosi. Solitamente presumono che gli altri attribuiscano loro lo stesso valore e possono risultare sorpresi o delusi se non ricevono le lodi che sentono di meritare. In virtù del valore personale che ritengono di possedere, tali individui presumono di dover frequentare e di poter essere capiti soltanto da persone speciali, prestigiose o di elevata condizione sociale o intellettuale. Considerandosi persone speciali e superiori devono ottenere trattamenti di favore, nonché la soddisfazione immediata delle loro priorità mostrandosi distaccati e sprezzanti. Tale senso di diritto, unitamente alla mancanza di sensibilità per i desideri e per le esigenze altrui, sfociano spesso nella tendenza allo sfruttamento ed alla manipolazione interpersonale: gli individui che presentano un disturbo narcisistico di personalità, infatti, tendono a formare amicizie o relazioni sentimentali esclusivamente se hanno la certezza che l’altro possa favorire la soddisfazione dei propri scopi (primo tra tutti rinforzare e potenziare la stima di sé e il valore personale); si aspettano, inoltre, enorme disponibilità e dedizione da parte degli altri, fino ad abusarne, senza alcun riguardo per le conseguenze. Parallelamente a questo, l’altro viene idealizzato fino a che soddisfa il bisogno di ammirazione e di gratificazione, per poi essere anche aspramente svalutato nel momento in cui non svolge più tale funzione. Gli individui con disturbo narcisistico di personalità generalmente mancano di empatia, dimostrandosi incapaci di riconoscere i sentimenti e i bisogni degli altri, nonché di identificarsi in essi.  Possono essere spesso invidiosi degli altri e possono credere che gli altri li invidino. La vulnerabilità dell’autostima può rendere gli individui con disturbo narcisistico di personalità molto “sensibili” alle ferite dovute a critiche o a frustrazioni. La critica può anche arrivare a tormentarli e lasciarli umiliati, avviliti, svuotati. Se feriti possono, in alternativa, attaccare con rabbia, sdegno o diventare insolenti. Talvolta la paura di vivere queste esperienze o averle vissute può indurli al ritiro sociale. Anche professionalmente talvolta i risultati possono essere scarsi, per la paura di mettersi in gioco in situazioni che possono rivelarsi “rischiose” ed eccessivamente competitive.

Possibili cause del disturbo narcisistico di personalità

Nello sviluppo del disturbo narcisistico di personalità sembra occupare un posto di primaria importanza l’interazione che si sviluppa tra il genitore e il bambino; in modo particolare, i soggetti che presentano undisturbo narcisistico di personalità sembrano aver sviluppato, a partire dal rapporto con i propri genitori, delle relazioni caratterizzate principalmente da una rappresentazione di sé come bisognoso di cure e da una rappresentazione delle altre persone come non disponibili a fornirle, dunque dall’aspettativa di essere rifiutati. Tale condizione genera nel soggetto la tendenza a organizzare la propria esistenza facendo a meno dell’amore degli altri e non richiedendo il loro sostegno, contando solo su se stesso e mirando all’autosufficienza assoluta, non riconoscendo e non esprimendo i propri bisogni, assumendo atteggiamenti di distacco e di superiorità.

Riguardo alla possibile eziologia del disturbo narcisistico di personalità non c’è consenso, anche se la mancanza di empatia da parte dei genitori verso i bisogni del bambino sembra un’importante candidata. Teoricamente, un primo percorso possibile che porta al narcisismo, è l’essere stato allevato in una famiglia incapace di fornire le necessarie attenzioni e cure e rispetto per i bisogni e le attitudini del bambino. In un contesto di attaccamento disturbato, i genitori possono fallire nel riconoscere adeguatamente, nominare e regolare le emozioni del bambino, in particolare quando questi è particolarmente eccitato. Nello sviluppo il bambino viene quindi lasciato solo, con emozioni intense che non ricevono il riconoscimento o le risposte appropriate, e questo porta a una disregolazione affettiva.  Durante lo sviluppo il bambino impara che i suoi genitori sono incapaci di sostenere la sua autostima o i suoi desideri e di conseguenza diventa autosufficiente. La persona narcisista, avendo avuto un attaccamento disturbato durante l’infanzia, nell’età adulta evita l’attaccamento e allo stesso tempo lotta costantemente per ricevere attenzione e ammirazione. Altra ipotesi alternativa alla genesi del disturbo narcisistico di personalità è quella che considera il futuro narcisista allevato da famiglie in cui l’attenzione allo status e al  successo è di massima importanza e solo le qualità che possono sostenere un’immagine grandiosa di sé sono prese in considerazione, mentre altri comportamenti vengono ignorati o puniti.

Terapia del disturbo narcisistico di personalità

La cura per il disturbo narcisistico di personalità più adatta è il trattamento psicoterapeutico, eventualmente associata a terapia farmacologica.

Il più delle volte gli individui con disturbo narcisistico di personalità intraprendono un trattamento psicoterapeutico nel momento in cui sviluppano stati depressivi che non sono più in grado di sostenere. Alla base della depressione narcisistica si evidenzia la percezione di una profonda discrepanza tra le aspettative idealizzate e la realtà. Tale condizione produce anche un senso di disperazione, legato da una parte alla conclusione che “le cose non vanno mai realmente bene e i sogni non si avvereranno mai”, dall’altra all’esclusione di contatti sociali, al fine di non esporsi a giudizi negativi circa la propria condizione di sofferenza.

Accanto a tali stati depressivi, si è rilevata l’esistenza di altri quadri sintomatologici o problematiche comportamentali che possono indurre gli individui con disturbo narcisistico di personalità a intraprendere una psicoterapia. Nello specifico, è emerso soggetti con questi soggetti possono desiderare di porre fine al disagio generato da disturbi concomitanti quali: ansia sociale, ipocondria o abuso di sostanze psicoattive e alcool.

I sintomi di ansia e depressione e altri sintomi emotivi costituiscono il primo obiettivo del trattamento. La terapia farmacologica può essere spesso d’aiuto. I farmaci quali gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) possono ridurre sia la depressione che l’impulsività. I farmaci anticonvulsivi possono contribuire a ridurre gli accessi d’ira e le condotte impulsive. Il Risperidone si è rivelato utile sia con la depressione sia con la depersonalizzazione caratterizzanti il disturbo borderline di personalità.

La terapia cognitivo comportamentale prevede interventi volti a identificare modalità di pensiero disfunzionali e a sostituirle con altre più adattive e realistiche. Nello specifico si utilizzano tecniche per la correzione di distorsioni del pensiero tipiche del disturbo narcisistico di personalità, una delle quali è il “pensiero tutto o nulla” che consiste nella tendenza dei narcisisti a considerarsi o meravigliosamente superiori o completamente senza valore. La ristrutturazione di questa forma di pensiero può aiutare i pazienti a limitare l’importanza esagerata che si autoattribuiscono e a sostituirla con convinzioni alternative.

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