Psicoterapia per survivors: affrontare il suicidio di un proprio caro

Affrontare la perdita e il lutto di una persona morta per suicidio è doloroso e difficile. Scopri il servizio dedicato ai survivors

Chi sono i survivors

Con il termine survivors, in inglese sopravvissuti, si fa riferimento alle persone che devono affrontare la perdita di una persona cara morta per suicidio: partner, familiari, amici, colleghi, compagni di classe e chiunque altro vicino a chi è venuto a mancare.

Ogni singolo caso di suicidio ha infatti un impatto sulla vita di decine di persone, toccate in maniera più o meno diretta dalla perdita.

Il lutto per suicidio di una persona cara

Il lutto provato nei confronti di una persona cara che ha commesso suicidio ha caratteristiche peculiari che lo differenziano dal lutto “tradizionale” sia per quanto riguarda i tempi e le fasi di elaborazione, sia per quanto riguarda i vissuti. Prevalgono in particolare sentimenti di incredulità, sbigottimento, tradimento, rifiuto, rabbia, abbandono, colpa, impotenza e frustrazione rispetto ai propri bisogni.

Il suicidio di un proprio caro è pertanto un evento estremamente complesso da affrontare ed elaborare, sia dal punto di vista cognitivo che emotivo.

Il vissuto dei survivors 

Spesso i survivors cercano di comprendere e dare un senso al gesto estremo, ponendosi domande a cui non è detto si possa dare una risposta: perché lo ha fatto? Avrei potuto prevederlo e impedirlo? Quali segnali non ho colto? Il tentativo di trovare una risposta a queste domande può sfociare nella ruminazione, uno stile di pensiero circolare, persistente, negativo e ripetitivo rivolto al passato che non fa altro che mantenere ed esacerbare l’umore negativo di chi già sta soffrendo la perdita del proprio caro.

Inoltre è comune per i survivors essere travolti da una profonda angoscia e da un intenso dolore emotivo, nonché da sentimenti di colpa e vergogna

Provare dolore di fronte a una perdita è una risposta normale e universale, ma la perdita legata a suicidio aggiunge un ulteriore fattore di stress al processo di elaborazione del lutto, che può causare gravi e persistenti problemi di salute mentale: lutto complicato, disturbo post traumatico da stress, episodi depressivi, pensieri di morte...

Chi è stato colpito direttamente dal suicidio del proprio caro, magari perché viveva assieme a lui o aveva con lui un legame stretto, può anche sentirsi in colpa, per esempio, per non essersi accorto del suo stato d’animo o della gravità della sua sofferenza, per non essere stato in grado di cogliere eventuali segnali o avvisaglie, di prevedere o prevenire il gesto suicidario. 

Oltre al senso di colpa non è insolito che i survivors provino vergogna e temano il giudizio e lo stigma sociale. Questo può spingerli a isolarsi e a rifiutare il contatto sociale, contribuendo ad accrescere sentimenti di solitudine e la sensazione di non essere compresi dagli altri.

Un’altra emozione comune a chi deve affrontare la perdita di una persona cara per suicidio è la rabbia rivolta verso chi ha deciso di suicidarsi,  ritenuto responsabile della perdita che il survivor deve affrontare e delle conseguenze e ripercussioni che questa perdita ha sulla sua vita; spesso il gesto è vissuto come un tradimento o una rivalsa

Psicoterapia per i survivors

Data la peculiarità del lutto dei survivors, un trattamento psicoterapico efficace volto all’elaborazione del lutto deve tenere in considerazione tutti gli aspetti che caratterizzano il fenomeno, per aiutare i pazienti ad affrontare le complesse emozioni provate e cercare di comprendere e dare un senso a quanto accaduto, evitando che rimangano intrappolati in uno stile di pensiero ripetitivo, negativo e sterile qual è la ruminazione. 

Inoltre il lavoro terapeutico volto all’elaborazione di quanto successo si concentra su:

  • Il tema del dolore;
  • l’impatto del suicidio sul sistema familiare, anche nei suoi aspetti concreti (es. Ripercussioni finanziarie);
  • i processi sociali che circondano i sopravvissuti (es. stigma).

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è il trattamento di prima scelta per i survivors, eventualmente affiancata da un supporto farmacologico, qualora fosse indicato. Anche la terapia metacognitiva (MCT) può essere utile, in particolare in caso di ruminazione.

Il servizio dedicato ai survivors di inTEHRAPY

All’interno dell’Unità Clinica dedicata al trattamento dei disturbi depressivi di inTHERAPY è presente un gruppo di psicoterapeuti specializzati nel trattamento dei survivors.

Il servizio propone un percorso di psicoterapia individuale focalizzato sugli aspetti che caratterizzano il lutto di chi è sopravvissuto al suicidio di un proprio caro, con la possibilità di ricevere anche una consulenza psichiatrica specifica qualora vi fosse indicazione per un trattamento farmacologico di supporto.

Domande più frequenti

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