Binge eating disorder

Affronta la fame emotiva e smetti di abbuffare con la psicoterapia cognitivo comportamentale.

Binge eating: cos’è

Il binge eating è un disturbo dell'alimentazione caratterizzato da ricorrenti abbuffate.

Infatti il termine binge eating significa “mangiare abbuffandosi”, dall’inglese binge, che significa abbuffata, ed eat, che significa mangiare.

In italiano è chiamato disturbo da alimentazione incontrollata.

Che cos’è l’abbuffata

L’abbuffata è l’ingestione di una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone assumerebbe nello stesso lasso di tempo. È accompagnata dalla sensazione di perdita di controllo, cioè dall’impressione che sia impossibile trattenersi dal mangiare o smettere di mangiare una volta iniziato, e da un forte disagio; a volte l’abbuffata può essere associata a un senso di estraniamento.

Durante un’abbuffata:

  • si mangia molto più rapidamente del normale;
  • si mangia fino a sentirsi sgradevolmente pieni;
  • si mangiano grandi quantità di cibo anche se non ci si sente affamati;
  • si mangia da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando.

Dopo aver abbuffato ci si sente disgustati verso se stessi, depressi o molto in colpa.

Sintomi del binge eating

I sintomi del binge eating sono le abbuffate ricorrenti. A differenza di altri disturbi come la bulimia nervosa, chi soffre di un disturbo da alimentazione incontrollata dopo aver abbuffato non si autoinduce il vomito né prende lassativi o diuretici né si mette a digiuno o pratica attività fisica per compensare le calorie che ha introdotto abbuffando; non mette, cioè, in atto quelle che vengono chiamate condotte di eliminazione o compensatorie.

Binge eating come riconoscerlo

Il binge eating si verifica in persone normopeso, sovrappeso e obese.

Chi soffre di binge eating vede il cibo come un alleato scomodo, capace di consolare nei momenti tristi e di gratificare in quelli felici, che lascia però dietro di sé il senso di colpa dell’abbuffata; chi ha un disturbo da alimentazione incontrollata vorrebbe abbuffarsi, ma non subire gli effetti sgradevoli sul proprio corpo delle abbuffate, come l’aumento di peso, la sensazione di disagio, il senso di colpa e la vergogna.

Di solito chi abbuffa fa fatica a gestire le sensazioni/emozioni, soprattutto quelle negative, e le abbuffate diventano un modo per placare ogni disagio.

Dopo aver abbuffato, prevale la passività, lo sconforto; non c’è quasi mai un tentativo di rimediare all’accaduto che vada oltre ai “buoni propositi”, destinati a essere regolarmente disattesi.

Spesso chi soffre di binge eating manifesta un maggior livello di ansia e di depressione, nonché una maggiore insoddisfazione per il proprio corpo rispetto a chi non ne soffre.

Come uscire dal binge eating

Il binge eating disorder è un disturbo dell’alimentazione complesso, in cui si intrecciano fattori ambientali, sociali, psicologici e motivazionali. Per questo motivo secondo le linee guida scientifiche internazionali (NICE e APA) è necessario un approccio multidisciplinare: terapia individuale, terapia di gruppo, consulenza nutrizionale e, nel caso fosse necessario, anche psichiatrica. Anche il coinvolgimento dei familiari, alleati fondamentali per il superamento del disturbo, può essere di grande supporto.

Psicoterapia

Come riportato dalle linee guida, la terapia cognitivo comportamentale in associazione anche a gruppi di skill training e a tecniche di terapia dialettico comportamentale mostra una percentuale di remissione della sintomatologia superiore al 67% dei casi.

Cause del binge eating

Il disturbo da binge eating sembra essere ricorrente nelle famiglie, il che può riflettere influenze genetiche. Vi sono diversi studi sui fattori di rischio e sui fattori scatenanti le abbuffate, ma nessuno offre risposte completamente esaurienti; va sottolineato comunque il fatto che oltre a fattori genetici, paiono coinvolti anche fattori di tipo neuroendocrino, evolutivo-attaccamentali e di tipo sociale. Sembrerebbero rivestire un ruolo centrale le difficili esperienze di vita infantili, la presenza di disturbi depressivi nei genitori, la tendenza all’obesità e la ripetuta esposizione a commenti negativi riguardo la forma, il peso e la modalità di alimentazione.

Esordio

Il disturbo da binge eating inizia tipicamente nell’adolescenza o nella prima età adulta, ma può iniziare anche in tarda età adulta. Chi ne è affetto giunge all’attenzione del clinico solitamente più tardi rispetto agli individui con bulimia nervosa e anoressia nervosa in quanto spesso non si associa a queste condotte un disagio emotivo e come primo intervento ciò che viene richiesto è solitamente una dieta dopo le numerose e spesso fallimentari diete fai da te.

Gravità del disturbo

Nel binge eating la gravità viene valutata in base alla frequenza delle abbuffate:

  • lieve se sono presenti 1-3 episodi di abbuffata a settimana
  • moderata se sono presenti da 4 a 7 episodi di abbuffata a settimana
  • grave se sono presenti da 8 a 13 episodi di abbuffata a settimana
  • estrema se sono presenti 14 o più episodi di abbuffata a settimana

Conseguenze fisiche del binge eating

Chi soffre di binge eating da molto tempo o in maniera grave inevitabilmente va incontro a sovrappeso oppure obesità. Chi è in sovrappeso o in condizione di obesità rischia di sviluppare diversi disturbi tra cui malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, respiratorie, diabete e insulinoresistenza.

Bibliografia

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Domande più frequenti

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