Fobie e fobie specifiche

Affronta paure e fobie con la psicoterapia cognitivo comportamentale.

Cosa sono le fobie specifiche

Le fobie specifiche sono paure intense verso uno stimolo specifico (un oggetto, una situazione, un animale, un luogo, ecc.) che sono sproporzionate, persistenti e spesso irrazionali. Chi soffre di una fobia specifica tende a evitare tutte le situazioni in cui è presente lo stimolo fobico (cioè quell’oggetto, quella situazione o quell’animale che induce paura) oppure vive la situazione di contatto reale o immaginato con estremo disagio e terrore.

Esistono diversi stimoli fobici che danno luogo a fobie ricorrenti, ad esempio la paura delle altezze, la fobia per il sangue/le siringhe, la fobia dei ragni, solo per citarne alcune. In alcuni individui invece si possono sviluppare fobie specifiche in risposta a stimoli particolari e non così comuni (es. la fobia di certe forme o di certi colori).

Le fobie specifiche sono paure intense verso uno stimolo specifico (un oggetto, una situazione, un animale, un luogo, ecc.) che sono sproporzionate, persistenti e spesso irrazionali; possono avere ripercussioni negative in chi ne soffre limitando la sua libertà di azione.

Unità Clinica Fobie

inTherapy è organizzata in unità cliniche dedicate alla cura di disturbi psicologici specifici. Ogni unità clinica è composta da psicoterapeuti specializzati nell’utilizzo di approcci e protocolli considerati di elezione secondo le linee guida internazionali, che garantiscono le più alte percentuali di guarigione per il paziente. L’Unità Clinica dedicata alle fobie è formata da psicoterapeuti specializzati in terapia cognitivo-comportamentale (CBT), di provata efficacia per il trattamento di questo tipo di disturbi. La CBT aiuta il paziente a rivalutare la pericolosità degli stimoli temuti e a tollerare il disagio provato.

Sintomi delle fobie

Vi sono situazioni in cui è normale reagire con paura a determinati stimoli minacciosi; si parla di fobia specifica quando le reazioni di paura e ansia a uno stimolo risultano sproporzionate rispetto alla reale minaccia che questo rappresenta.

Le diverse fobie hanno sintomi comuni.
Infatti chi soffre di una fobia specifica:

  • lo stimolo fobico causa paura e ansia immediate;
  • la paura e l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dallo stimolo fobico;
  • c’è la tendenza a evitare lo stimolo fobico, oppure a viverlo con un significativo disagio emotivo;
  • la paura e l’ansia sono sempre presenti e durano da più di 6 mesi;
  • la paura e l’ansia causano un marcato disagio anche in ambito relazionale, lavorativo e sociale.

La fobia specifica può essere confusa con altri tipi di disturbi che presentano sintomi ansiosi e caratteristiche di paura ed evitamento (es. disturbo da attacchi di panico, disturbi alimentari, disturbo ossessivo-compulsivo, ansia sociale): per questo risulta fondamentale, ai fini di un trattamento efficace, iniziare il percorso con un’accurata diagnosi.

Tipologie  di fobie

Vi possono essere diverse tipologie di fobie specifiche definite in base al tipo di stimolo fobico, come:

  • Fobie di animale (ad esempio ragni, insetti, cani, altro)
  • Fobie di ambienti ed elementi naturali (ad esempio altezze, temporali, acqua)
  • Fobia del sangue-iniezioni (ad esempio aghi, vista del sangue)
  • Fobie situazionali (ad esempio aeroplani, ascensori, luoghi chiusi)
  • Altro: comprende fobie relative a svariati stimoli.

Può accadere che l’individuo manifesti molteplici fobie, i cui stimoli fobici possono anche essere correlati tra loro, come ad esempio chi ha paura di volare in aereo potrebbe anche presentare la fobia per le altezze.

Come riconoscere una fobia

Di fronte a uno stimolo fobico il comportamento tipico di chi soffre di una fobia specifica è l’evitamento. Si fa in modo di non trovarsi a contatto con lo stimolo fobico, e quando proprio non si riesce a evitarlo, si prova un disagio emotivo molto intenso che ha le connotazioni della paura e dell’ansia e presenta comunque la tendenza all’allontanamento e alla fuga dall’elemento fobico. Queste emozioni risultano oltremodo intense e sproporzionate (includono attivazioni fisiologiche intense) rispetto al pericolo oggettivo correlato allo stimolo fobico. Di conseguenza, chi soffre di fobia  per evitare gli stimoli ansiogeni può privarsi di molteplici esperienze e può avere importanti disagi nella quotidianità (a seconda del contesto in cui vive e della tipologia dello stimolo fobico).

La cura delle fobie specifiche

Le fobie specifiche possono essere trattate sia a livello psicoterapico che farmacologico e, in alcune situazioni, integrando farmaci e psicoterapia.

La terapia di elezione per la cura delle fobie specifiche, secondo le linee guida internazionali, è la psicoterapia cognitivo-comportamentale (NICE, 2011). Risulta centrale, in questo tipo di terapia, la tecnica delle esposizioni comportamentali graduali allo stimolo fobico. Tramite questa tecnica, il paziente viene esposto, in maniera graduale e sotto la guida del terapeuta, agli stimoli temuti, in modo da gestire le reazioni emotive intense e ridurre il disagio percepito dinanzi all’oggetto o alla situazione fobica. L’applicazione di questa tecnica viene adeguatamente accompagnata da un lavoro parallelo e interdipendente sugli aspetti cognitivi della fobia.

Come nasce una fobia specifica?

La fobia specifica può essere conseguenza di un evento traumatico (per esempio essere attaccati da un animale): in questo caso si verifica un’associazione tra uno stimolo (l’animale) e i sintomi di paura, ansia e disagio, generalizzando l’attivazione di sintomi ansiosi all’idea di entrare in contatto/vedere animali dello stesso tipo. Non solo fare esperienza diretta negativa, ma anche osservare un evento traumatico, pur non vivendolo in prima persona, può essere un fattore precipitante di una fobia specifica, attraverso i meccanismi dell’apprendimento vicario osservativo: per riprendere l’esempio precedente, a trasformare lo stimolo neutro in stimolo fobico è sufficiente vedere qualcuno che è stato attaccato dall’animale.

In tali situazioni, vi possono anche essere associazioni tra stimoli apparentemente neutri, presenti nella situazione originaria in cui la persona ha provato ansia intensa e divenire quindi essi stessi stimoli fobici (es. fobia del profumo di incenso, se una scimmia ci ha attaccato di fianco a un tempio).  possibile anche apprendere fobie dal racconto di terzi: la persona inizia a preoccuparsi, a rimuginare sulla pericolosità di quanto appreso e sviluppare quindi sintomi fobici in relazione a un dato stimolo.

In riferimento all’infanzia, l’età media dell’esordio è tra i 7 e gli 11 anni e non necessariamente la persona ricorda quale sia stato l’evento scatenante la sua fobia. In generale, le fobie specifiche possono insorgere anche nell’età adulta. Tuttavia, i trattamenti a oggi disponibili risultano avere un buon livello di efficacia, anche se ogni caso andrà valutato a sé, anche in relazione all’eventuale presenza di altri disturbi psicopatologici.

Riferimenti Bibliografici

  • American Psychiatric Association. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta Edizione. A cura di Biondi M. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.
  • http://www.dsm5.org/documents/changes%20from%20dsm-iv-tr%20to%20dsm-5.pdf
  • https://www.nice.org.uk/Guidance/cg90

Domande più frequenti

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